La separazione

CHE COSA È LA SEPARAZIONE DEI CONIUGI?

La  separazione  è  lo  strumento  che  l’ordinamento  ha  messo  a  disposizione  dei  coniugi  per  risolvere  il problema delle liti che dovessero sorgere durante il matrimonio.Il matrimonio obbliga i coniugi alla “convivenza” (art.lo 143 c.c.). Se  durante  il  matrimonio  “si  verificano  fatti  tali  da  rendere  intollerabile  la  prosecuzione  della  convivenza  o da  recare  grave  pregiudizio  alla  educazione  della  prole”  (art.lo  151  c.c.),  tale  obbligo  di  convivenza  può  essere rimosso con la separazione, che legittima i coniugi ad allontanarsi l’uno dall’altro. Per impedire il prosieguo delle liti, con la separazione legale dei coniugi viene disposta: 1.la  separazione  fisica  obbligatoria  dei  coniugi  mediante  l’allontanamento  coattivo  di  un  coniuge dall’altro   (ciò   è   ordinato   dal   giudice   nella   separazione   giudiziale   o   viene,   obbligatoriamente,    previsto dalla parti stesse nella consensuale) e 2.la  realizzazione  di  una  disciplina  scritta  cogente  dei  rapporti  personali  (es.  con  chi  stanno  i  figli, quando)   e   patrimoniali   (es.   chi   paga,   cosa)   dei   coniugi   che   li   sollevi   dall’onere   di   dover quotidianamente  trovare  un  accodo  su  tali  rapporti  in  un  momento  in  cui,  per  il  fatto  delle  liti,  non sono più in grado di farlo. Poiché  per  legge  i  patti  scritti,  che  contengono  la  disciplina  dei  rapporti  della  coppia  successivi  alla separazione  (con  l’eccezione  di  quelli  che  disciplinano  la  separazione  di  fatto)  devono  essere  rispettati sotto  pena  di  severe  sanzioni,  una  volta  stabiliti,  ad  entrambi  i  coniugi  basterà  pretendere  il  rispetto  di quei patti, se necessario con azione giudiziale, per non dover più litigare sui rapporti da essi regolati. 

QUALE È LA DIFFERENZA TRA LA SEPARAZIONE E IL DIVORZIO?

La  separazione  è  una  condizione  che  la  coppia  conosce  all’interno  del  proprio  matrimonio.  I  separati sono  infatti  ancora  marito  e  moglie  e  non  possono  risposarsi  (se  lo  facessero  commetterebbero  il  reato  di bigamia). Il divorzio invece scioglie il vincolo coniugale e consente alla coppia di risposarsi.

QUALI SONO LE PROCEDURE DI SEPARAZIONE?

L’ordinamento prevede due tipi generici di separazione personale dei coniugi:

A) la separazione consensuale (che presuppone necessariamente l’accordo delle parti) e

B) la separazione giudiziale (che prescinde dall’accordo dei coniugi)

la separazione consensuale è di 5 tipi specifici:

  1. La separazione  di fatto
  2. La separazione su istanza di parte
  3. La separazione  su istanza di entrambi i coniugi
  4. La separazione con negoziazione assistita
  5. La separazione presso gli Uffici del Comune

la separazione giudiziale è di 1 tipo specifico.

  1. La separazione giudiziale

COME SI FA LA SEPARAZIONE?

Ci sono vari tipi di separazione. È prevista una procedura differente per ogni tipo di separazione. In  via  generica,  per  la  separazione  di  fatto  è  necessario  solo  l’accordo  dei  coniugi,  mentre  per  tutti  gli altri  tipi  di  separazione  è  necessario  domandare  alla  Pubblica Autorità  l’emissione  di  un  provvedimento  che la disponga. Tutti  i  provvedimenti  emessi  dalla  Pubblica  Amministrazione  nell’ambito  delle  diverse  procedure,  pur essendo  differenti  perché  emessi  da  diversi  Istituti  (Tribunale,  Casa  Comunale  etc.)  hanno  i  medesimi  effetti giuridici. Fondamentalmente   quando   i   coniugi   riescono,   anche   con   l’aiuto   dei   propri   legali,   a   negoziare   e accordarsi  sulla  disciplina  dei  propri  rapporti  personali  e  patrimoniali  successivi  alla  separazione  (vedi  il primo  paragrafo  del  presente  capitolo),  possono  accedere  ai  riti  di  separazione  consensuale.  Quando  non  ci riescono,  uno  dei  due  può  iniziare  la  separazione  di  rito  giudiziale  ove  la  la  disciplina  dei  rapporti  della coppia  successiva  alla  separazione  viene  decisa  da  un  giudice,  d’imperio,  al  posto  dei  coniugi  che  non  si sono accordati.  

QUALI SONO GLI EFFETTI DELLA SEPARAZIONE?

Nei rapporti personali

  • Si  può  divorziare  dopo  6  mesi  (se  la  separazione  è  eseguita  con  rito  consensuale)  o  1  anno  (se  eseguita con procedura giudiziale).
  • L’obbligo  di  coabitazione  che  in  costanza  di  matrimonio  è  stabilito  dall’art.  143  c.c.  è  sospeso  per  la durata della separazione.
  • E'  sospeso  l’obbligo  di  fedeltà  (stabilito  dall’art.  143  c.c.)  per  la  durata  della  separazione  (cfr.  Cass.  n. 6566/97 e n. 9317/97).
  • Non  si  presume  concepito  in  costanza  di  matrimonio  il  figlio  nato  dopo  il  decorso  di  300  giorni  dalla comparsa dei coniugi innanzi al presidente nell’ambito di una procedura di separazione (art. 232 c.c.).
  • Durante  la  separazione  il  matrimonio  si  conserva  e  la  coppia  può  decidere  in  qualunque  momento  di far  cessare  la  separazione  con  la  riconciliazione.  (i  separati  sono  ancora  marito  e  moglie  poiché  la separazione  è  una  condizione  del  matrimonio,  che  si  verifica  cioè  durante  il  matrimonio,  I  divorziati invece non sono più coniugi perché il matrimonio con il divorzio cessa).
  • Vengono stabiliti in modo cogente i tempi di permanenza della prole presso i genitori separati.
  • Viene prevista la disciplina cogente di affidamento della prole.

Nei rapporti patrimoniali

  • Muta  ope  legis  il  regime  patrimoniale  della  famiglia  da  quello  della  comunione  dei  beni  a  quello  della separazione  dei  beni,  onde,  dopo  la  separazione,  se  un  coniuge  acquista  un  bene  ne  conseguirà  la proprietà  al  100%  e  non  più  al  50%.  (Durante  il  regime  di  comunione  dei  beni  infatti  la  proprietà  di  un acquisto eseguito da un coniuge singolarmente viene trasferita ope legis all’altro al 50%).
  • Viene assegnata la casa coniugale
  • Sono  previsti,  con  provvedimento  che  ha  natura  di  titolo  esecutivo,  assegni  di  mantenimento  a  favore del coniuge più debole economicamente a cui non sia stata addebitata la separazione.  
  • Sono   previsti,   con   provvedimento   che   ha   natura   di   titolo   esecutivo,   assegni   perequativi   per   il mantenimento della prole nei tempi di permanenza della stessa presso il coniuge più debole. 

PERCHÉ LA LEGGE ITALIANA PREVEDE LA SEPARAZIONE PRELIMINARE OBBLIGATORIA E NON CONSENTE IL DIVORZIO IMMEDIATO?

Lo strumento della separazione è stato studiato dal legislatore per tentare di conservare il matrimonio. Come  si  legge  nei  lavori  preparatori  della  riforma  del  diritto  di  famiglia,  è  interesse  della  prole  crescere in  un  ambiente  familiare  sereno  ed  unito.  Il  legislatore,  con  la  separazione,  intende  pertanto  proteggere  la prole  non  solo  dall’incidenza  delle  liti  dei  genitori  sull’educazione  della  prole,  ma,  se  possibile,  anche  dallo scioglimento del vincolo coniugale dei genitori.Per  tentare  di  conservare  il  matrimonio,  per  gli  scopi  detti,  l’ordinamento  vieta  ai  coniugi  di  sciogliere il vincolo coniugale sull’onda di una lite estemporanea, immediatamente, con il divorzio. Per  contro,  obbligare  i  coniugi  a  rimanere  uniti  in  un  momento  nel  quale  “si  verificano  fatti  tali  da rendere  intollerabile  la  prosecuzione  della  convivenza”  potrebbe  fare  inasprire  le  liti  ed  aggravare  i  problemi appena descritti. La  soluzione  è  stata  rinvenuta  dal  legislatore  nell’obbligare  i  coniugi,  nell’ipotesi  sopra  descritta,  a rimanere  sposati  ma  separati,  (i  separati  sono  infatti  ancora  marito  e  moglie)  per  un  periodo  di  tempo  prima di  consentire  loro,  se  lo  desiderano,  di  sciogliere  il  vincolo  coniugale  con  il  divorzio  (i  divorziati  non  sono più marito e moglie). Durante  il  tempo  della  separazione  i  coniugi,  essendo  lontani  l’uno  dall’altra,  non  possono  continuare le  liti  e  per  l’effetto  si  trovano  in  una  condizione  di  tranquillità  che  consente  loro  di  meditare  serenamente sul  da  farsi:  divorziare,    riconciliarsi,  o  (anche  rimanere  separati  per  meditare  sul  da  farsi  per  un  tempo maggiore). Lo  scopo  fondamentale  dell’istituto  della  separazione  è  dunque  duplice:  non  far  degenerare  le  liti  con effetti  dannosi  a  carico  della  prole  e  indurre  la  coppia  in  una  condizione  di  tranquillità  perché  possa meditare  serenamente,  in  modo  che  la  decisione  sull’eventuale  divorzio  sia  ponderata  e  non  derivi  da  una lite  estemporanea,  giacché  questa  seconda  eventualità  incide  negativamente  sull’interesse  della  prole  a crescere  in  un  ambiente  familiare  unito.  Con  lo  strumento  della  separazione  dunque  il  legislatore  protegge la prole sia dalla liti, sia dall’ipotesi di una inutile e non ponderata dispersione della famiglia.

POSSO DIVORZIARE DIRETTAMENTE SENZA PRIMA SEPARARMI ?

La  separazione  è  lo  strumento  che  l’ordinamento  ha  messo  a  disposizione  dei  coniugi  per  risolvere  il problema delle liti che dovessero sorgere durante il matrimonio.Il matrimonio obbliga i coniugi alla “convivenza” (art.lo 143 c.c.). Se  durante  il  matrimonio  “si  verificano  fatti  tali  da  rendere  intollerabile  la  prosecuzione  della  convivenza  o da  recare  grave  pregiudizio  alla  educazione  della  prole”  (art.lo  151  c.c.),  tale  obbligo  di  convivenza  può  essere rimosso con la separazione, che legittima i coniugi ad allontanarsi l’uno dall’altro. Per impedire il prosieguo delle liti, con la separazione legale dei coniugi viene disposta:

  1. La  separazione  fisica  obbligatoria  dei  coniugi  mediante  l’allontanamento  coattivo  di  un  coniuge dall’altro   (ciò   è   ordinato   dal   giudice   nella   separazione   giudiziale   o   viene,   obbligatoriamente,    previsto dalla parti stesse nella consensuale)
  2. La  realizzazione  di  una  disciplina  scritta  cogente  dei  rapporti  personali  (es.  con  chi  stanno  i  figli, quando)   e   patrimoniali   (es.   chi   paga,   cosa)   dei   coniugi   che   li   sollevi   dall’onere   di   dover quotidianamente  trovare  un  accodo  su  tali  rapporti  in  un  momento  in  cui,  per  il  fatto  delle  liti,  non sono più in grado di farlo.

Poiché  per  legge  i  patti  scritti,  che  contengono  la  disciplina  dei  rapporti  della  coppia  successivi  alla separazione  (con  l’eccezione  di  quelli  che  disciplinano  la  separazione  di  fatto)  devono  essere  rispettati sotto  pena  di  severe  sanzioni,  una  volta  stabiliti,  ad  entrambi  i  coniugi  basterà  pretendere  il  rispetto  di quei patti, se necessario con azione giudiziale, per non dover più litigare sui rapporti da essi regolati.

COME SI INDIVIDUA IL CONIUGE AL QUALE RICONOSCERE UN TEMPO DI PERMANENZA MAGGIORE DELLA PROLE PRESSO DI SE?

Sulla  base  della  meritevolezza:  se  uno  dei  due  genitori  è  dimostrato  che  tende  caratterialmente  a  trascurare la  prole  o  è  meno  portato  ad  averne  cura,  non  ha  senso,  in  occasione  della  separazione,  prevedere  che  la  prole passi con questi un tempo maggiore rispetto all’altro. Per   il   fatto   che   esiste   letteratura   scientifica,   nota   ai   giudicanti,   che   afferma   che   le   donne   sono   più naturalmente   disposte   alla   cura   dei   figli   rispetto   agli   uomini,   prima   della   riforma   del   2006   l’affidamento esclusivo  della  prole  veniva  riconosciuto  nella  misura  statistica  del  93%  dei  casi  alla  madre.  Oggi  il  tipo  di  affido previsto  prioritariamente  dalla  legge  è  quello  condiviso,  ma  la  collocazione  prevalente  della  prole  viene  ancora riconosciuta,  per  il  motivo  detto,  in  misura  maggiore  alla  madre,  soprattutto  se  i  figli  sono  ancora  molto  piccoli. Ciò  in  assenza  di  circostanze,  individuate  dalla  giurisprudenza,  che  sconsiglino  tale  soluzione  (cioè  la  madre  è tossicodipendente/alcolizzata/pregiudicata/afflitta   da   problemi   psicologici/condannata   per   maltrattamenti   a carico della prole).     Se  invece  entrambi  i  genitori  sono  ugualmente  meritevoli  della  permanenza  della  prole  presso  di  loro  e  i figli  non  sono  più  molto  piccoli,  si  ha  riguardo  alla  disponibilità  di  tempo  dei  genitori  stessi.  Uno  dei  due potrebbe avere orari di lavoro maggiori dell’altro e avere meno tempo da dedicare alla prole. Se  entrambi  sono  meritevoli,  hanno  a  stessa  disponibilità  di  tempo  e  i  figli  sono  ormai  grandi  si  può prevedere una permanenza della prole di pari entità.